lunedì 16 luglio 2012

Pensieri sparsi in caduta libera

Mi è sempre presa una voglia di scrivere e pensare quando viaggio verso Torino o quando aspetto il pullman per tornare in stazione e prendere il treno. Mi viene una strana ispirazione che devo soddisfare e allora scrivo pensieri.


Tutti cadiamo, inciampiamo nelle debolezze umane che ci sono proprie, anche le più elevate personalità lo fanno, la loro grandezza sta nel riconoscerlo.

Sentirsi come un sacchetto di plastica perso per strada e sballottato dal passaggio delle macchine.

Si leggono storie nei mozziconi lasciati al bordo dei marciapiedi, alla fermata del tram, fuori da un bar. Ultime boccate date veloce, ritrovo serale, bivacco apatico.

Pensieri come stelle, brillano in alto nell’oscurità. Emergono nella nostra mente. Possono brillare per anni senza spegnersi, come i ricordi. O si spengono diventando inerti. 

Chissà quanti sentimenti, sensazioni, non hanno nome. 


Guardo fuori dal finestrino. Gli occhi si posano su immagini, ripercorrono le stesse insegne, gli stessi negozi, le persone sui marciapiedi. Coppie in macchina che si scambiano un bacio al semaforo. 
Come un’ osservatrice nascosta scruto la vita degli altri, la città, il cielo e penso… Un pensiero dietro l’altro, scivolano veloci, passo dal ricordo al futuro. E’ un attimo. Un breve viaggio non solo verso la stazione. Calarsi dentro per poi riemergere.  
La prossima è la mia. Prenoto. Scendo. Mi aggiungo al fiume di persone che va ai binari. Il tabellone non segna ancora il mio treno. Mi guardo intorno e per ingannare il tempo faccio quello che mi riesce meglio: osservo. 
Ogni volta scopro particolari diversi.




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