venerdì 17 agosto 2012

IL Museo dei suoni dimenticati


Vi ricordate ancora il suono di una VHS che entra nel registratore? O quello del lettore cd portatile? All'edizione del Tg2 di oggi, subito dopo pranzo, fa capolino una notizia davvero singolare e divertente che renderà felici i nostalgici.
Un giovane studente americano, Brendan Chilcutt ha raccolto in un sito i suoni, ormai vecchi e quasi dimenticati, caratteristici della prima rivoluzione tecnologica. 
Nel sito del Museum of Endangered Sounds, savethesounds.info, in continuo aggiornamento, grazie anche ai contributi di utenti di tutto il mondo, si possono trovare fra i tanti, la suoneria del Nokia 3210, il tetris del Game Boy, il suono d'avvio di Windows 95 e molti altri che susciteranno un poco di malinconia in chi ha usato queste tecnologie. 
La galleria virtuale mostra le foto corrispondenti ai suoni delle tecnologie ospitate, basta cliccare su ognuna per sentirne il suono e ricliccare per stopparlo. Ma il progetto non finisce qui. Infatti verrà finanziato da associazioni e gruppi di appassionati del settore e sarà accessibile al pubblico dal 2015.



giovedì 16 agosto 2012

ESERCIZI DI SCRITTURA CREATIVA

Mettendo in ordine camera mia ho ritrovato un libro che ormai ero rassegnata ad aver perso: "Manuale di scrittura creativa". Felicissima ho cominciato a leggerlo. Propone anche esercizi da svolgere.
 Ecco il primo:

Scrivete una cartella sulla vostra motivazione a esercitarvi nella narrazione. Spiegate a voi stessi perché desiderate raccontare qualcosa a qualcuno. Perchè non l'avete fatto fino ad oggi, e se l'avete fatto, cosa ancora non vi convince e vi mette in difficoltà. 

Ecco quello che è uscito fuori:


Ho sempre avuto una predisposizione alla comunicazione, in qualsiasi forma. A scuola i temi mi uscivano dalla penna come i respiri che ogni giorno faccio per vivere: naturali. La lingua, la scrittura, le parole, mi hanno sempre affascinato e continuano a farlo. Ognuno di noi ha una vocazione, piccola o grande, la mia penso che sia quella di scrivere. 
Sono giornalista quindi abituata a stilare testi anche in tempi brevi e nelle più disparate situazioni. Scrivere articoli, comunicati stampa, recensioni, ecc. è già un buon allenamento ma non bisogna stare sugli allori. All’università prendevo appunti, poi a casa, in vista degli esami, facevo riassunti. Insomma sono sempre rimasta in “allenamento” non soltanto con la scrittura ma anche con la lettura, elemento necessario per coltivare e alimentare la “mano”. Curo anche un blog, insomma più o meno, mi dimentico sempre di aggiornarlo e quando lo faccio magari pubblico tre post di fila. 
Non è facile dire perché vorrei raccontare qualcosa a qualcuno. Dipende che cosa. Gli articoli contengono sempre informazioni, suggerimenti, insomma elementi che possono essere utili o interessanti per chi legge. Racconti e romanzi sono un’altra storia. Attraverso essi parli non soltanto agli occhi di chi legge ma soprattutto al cuore, alla mente, susciti emozioni. 
La cosa che più mi piace della scrittura è che rimane. Un domani che avrò terminato il mio passaggio qui, sapere che qualcosa di me rimarrà nonostante la mia assenza, è la risposta. Le mie parole, i miei pensieri, le mie emozioni rimarranno impresse ed indelebili, potranno attraversare il tempo e lo spazio, passando di mano in mano e di luogo in luogo: magari! Una testimonianza importante. Questo voglio: esserci sempre, anche dopo. 


Sento che devo sbocciare, non so come e quando ma sento che lo farò. Devo trovare solo il modo. E’ come avere tutti gli ingredienti per fare i biscotti ma non sai che ricetta seguire e una volta che la scegli devi cominciare ad impastare e inizi ad ottenere un impasto sbricioloso che a stento riesci ad amalgamare. Ma dopo tanta fatica fa capolino una sostanza più definita, lineare, unita: sta prendendo corpo la tua strada. Io penso di avere gli strumenti ma non so come usarli, o almeno, non ho ancora avuto l’occasione di usarli veramente, restano in attesa del giusto momento. Penso che saprò quando arriverà e non mi porrò nemmeno troppe domande, seguirò il mio istinto e andrò avanti decisa, consapevole. 
Scrivere non è così facile. Uno può avere il talento ma senza un minimo di studio non vai da nessuna parte. Bisogna affinare, approfondire, elevare, migliorare, imparare, sbagliare. Il foglio bianco, vuoto, fisso, fa paura a tutti. Un primo momento di silenzio in cui non appena scatta la scintilla c’è il via libera e le parole cominciano a scivolare una dietro l’altra componendo lo scritto. 
Vorrei scrivere un romanzo, un racconto, ma da dove inizio? Come tirare fuori un’idea originale, un qualcosa che non sia già visto e usurato, che interessi veramente i lettori e catturi la loro attenzione? Le possibilità di racconto sono infinite e farle incastrare per bene non è per niente facile, uno rischia di perdersi. Ho sempre pensato allo scrivere un romanzo come a un progetto architettonico: una struttura complicata in cui tutto è perfettamente al proprio posto in armonia col resto. 
Riuscirò mai nell’impresa…? Alla prossima puntata.