martedì 17 luglio 2012

Il pensiero crea


L’unica cosa che creiamo è il pensiero. Una materia che vive in noi e si genera di continuo. La mente è l’unico prodotto umano culturale che viene creato; le emozioni sono l’unico prodotto naturale, istintivo creato dall’uomo. 

Ho pensato al principio di Lavoisier relativo alla materia “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Ho ripercorso tutti gli elementi, cose, prodotti, esseri viventi che sono presenti sulla terra. Tutto davvero né si crea, né si può distruggere ma semmai si forma, si combina, si origina da elementi preesistenti che non possono essere distrutti. L’acqua si genera sempre per combinazione chimica dai suoi elementi costituenti. L’embrione si genera dalle cellule femminili e maschili. Le piante nascono da semi nella terra. Ogni oggetto, materiale, è ottenuto secondo processi di elaborazione, assemblamento, ecc. 

L’unica cosa che davvero possiamo creare sono i pensieri e le emozioni. Di che cosa sono fatti? Nessun elemento potrei mai prendere sulla terra per crearli. Si tratta di un potere cognitivo e sensoriale invisibile ma esistente che si genera continuamente da quando l’uomo esiste, vive e si evolve su questa terra. 


Pensieri ed emozioni sono suscitati da fattori esterni o interni tangibili ed intangibili. In questo ultimo caso la mente diventa allo stesso tempo causa ed effetto, in grado di provocare pensieri ed emozioni a partire da se stessa. La mente è la grande potenza creativa dell’uomo. La mente, il pensiero, l’emozione, creano, esistono. “Cogito ergo sum” diceva Cartesio e aveva ragione. Penso dunque esisto ma il suo paradigma si limita a questo e non va oltre. Non sappiamo quale grande e stravolgente strumento abbiamo nelle nostre mani, anzi, nelle nostre menti…

E’ stato dimostrato che anche alcune specie di animali siano in grado di pensare, elaborare ragionamenti, pensieri ed avere emozioni. Ogni essere vivente dotato di mente sviluppata, pensante, autocosciente, è un potenziale creatore… 


lunedì 16 luglio 2012

Pensieri sparsi in caduta libera

Mi è sempre presa una voglia di scrivere e pensare quando viaggio verso Torino o quando aspetto il pullman per tornare in stazione e prendere il treno. Mi viene una strana ispirazione che devo soddisfare e allora scrivo pensieri.


Tutti cadiamo, inciampiamo nelle debolezze umane che ci sono proprie, anche le più elevate personalità lo fanno, la loro grandezza sta nel riconoscerlo.

Sentirsi come un sacchetto di plastica perso per strada e sballottato dal passaggio delle macchine.

Si leggono storie nei mozziconi lasciati al bordo dei marciapiedi, alla fermata del tram, fuori da un bar. Ultime boccate date veloce, ritrovo serale, bivacco apatico.

Pensieri come stelle, brillano in alto nell’oscurità. Emergono nella nostra mente. Possono brillare per anni senza spegnersi, come i ricordi. O si spengono diventando inerti. 

Chissà quanti sentimenti, sensazioni, non hanno nome. 


Guardo fuori dal finestrino. Gli occhi si posano su immagini, ripercorrono le stesse insegne, gli stessi negozi, le persone sui marciapiedi. Coppie in macchina che si scambiano un bacio al semaforo. 
Come un’ osservatrice nascosta scruto la vita degli altri, la città, il cielo e penso… Un pensiero dietro l’altro, scivolano veloci, passo dal ricordo al futuro. E’ un attimo. Un breve viaggio non solo verso la stazione. Calarsi dentro per poi riemergere.  
La prossima è la mia. Prenoto. Scendo. Mi aggiungo al fiume di persone che va ai binari. Il tabellone non segna ancora il mio treno. Mi guardo intorno e per ingannare il tempo faccio quello che mi riesce meglio: osservo. 
Ogni volta scopro particolari diversi.