lunedì 22 novembre 2010

ANORESSIA


L’ANORESSIA

UN NEMICO DA CONOSCERE E COMBATTERE


Una malattia che spesso viene sottovalutata e diagnosticata troppo tardi. Un grido silenzioso che non deve passare inosservato. L’anoressia colpisce soprattutto giovani ragazze ma si può riconoscere, combattere e vincere.


CHE COS’E’ L’ANORESSIA?

E’ un disturbo del comportamento alimentare che può seriamente mettere a repentaglio la salute e la vita di chi ne soffre. Letteralmente significa perdita dell’appetito. Chi soffre di anoressia pur avendo fame cerca di controllare il proprio appetito. Questa malattia si manifesta principalmente col rifiuto del cibo, la paura eccessiva ed ossessiva di aumentare di peso, inoltre un’immagine distorta del proprio corpo, l’assunzione esagerata di lassativi e nelle donne l’amenorrea cioè l’assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi. E’ una patologia molto diffusa nei paesi industrializzati, dove c’è abbondanza di cibo e il simbolo della magrezza è enfatizzato.

QUALI SONO LE CAUSE?

I disturbi del comportamento alimentare spesso si manifestano durante la pre o post pubertà (15-25 anni), quindi in età adolescenziale ma possono anche insorgere in occasione di qualsiasi evento stressante della vita come un cambiamento o un trauma. La società premia i modelli di eccessiva magrezza nella moda e nel campo dello spettacolo e le ragazze seguono diete drastiche per raggiungere la linea, secondo loro, perfetta. Ci possono essere anche cause psicologiche come la scarsa autostima, l’asocialità e il perfezionismo. La scienza ha anche proposto motivazioni genetiche, ad esempio se un famigliare ha sofferto di anoressia è più facile esserne colpiti.

COME SI MANIFESTA?

Chi è colpito da anoressia tende ad assumere una serie di atteggiamenti che poco a poco diventano ricorrenti e riconoscibili:

  • preferisce cucinare per gli altri e nascondere il cibo che non mangerà

  • rifiuta il cibo

  • è ossessionata dal proprio peso

  • rifiuta di mangiare in presenza di altre persone

  • continua a considerarsi grassa anche se sottopeso e allo specchio si vede sempre grassa

  • pensa in modo ossessivo al prossimo pasto

  • prepara da mangiare tagliandolo in pezzettini

  • mangia molto lentamente e masticando ripetutamente

  • svolge un’intensa attività fisica

  • si induce il vomito subito dopo i pasti

  • segue una dieta molto povera introducendo anche meno di 1.000 calorie al giorno

  • si pesa continuamente

  • controlla ossessivamente le calorie del cibo

  • abusa di lassativi


QUALI SONO I DANNI PER CORPO E MENTE?

L’anoressia può causare danni a organi vitali come cervello e cuore a causa della denutrizione forzata. Il battito cardiaco, il ritmo respiratorio e la pressione del sangue diminuiscono. Le ossa si decalcificano, diventano più fragili e soggette a rotture. Le mestruazioni scompaiono per mesi consecutivi, la pelle diventa gialla e secca. Lo smalto dei denti si rovina e le mani presentano cicatrici a causa dell’azione acida del vomito. Alcune persone sviluppano una sorta di peluria sottile sul tronco come difesa del corpo per disperdere la minore quantità di calore possibile. Si possono anche verificare danni a fegato, reni, al sistema nervoso e inoltre emorragie interne. Spesso si possono anche avere irregolarità intestinali e tremori. Nei casi più estremi si può anche arrivare al decesso per arresto cardiaco o denutrizione.

Le ripercussioni psicologiche sono altrettanto pericolose. Frequenti possono essere depressione, basso livello di autostima, sbalzi d’umore, senso di vergogna e colpa, difficoltà a relazionarsi con gli altri, tendenza a comportamenti maniacali e perfezionisti. La perdita di peso viene vista come una grande conquista e simbolo di forte autodisciplina. La persona diventa così ossessionata dal cibo che perde interesse per qualsiasi altro aspetto della vita e incentra tutto sull’alimentazione. Spesso chi soffre di anoressia non ammette la gravità del problema e sottovaluta la situazione.

QUALI SONO LE CURE?

E’ molto importante che la patologia sia riconosciuta tempestivamente per intervenire al meglio. I disturbi di questo tipo hanno, infatti, una maggiore probabilità di guarigione se riconosciuti sul nascere. Alcuni pazienti possono essere curati a domicilio, altri devono ricorrere al ricovero ospedaliero per bloccare l’eccessiva perdita di peso. La psicoterapia è un altro valido aiuto, si può svolgere in modo individuale ma anche famigliare, è infatti fondamentale che la famiglia sia vicina a chi soffre di anoressia per seguirla e aiutarla nel suo percorso di riabilitazione. In alcuni casi si possono anche prescrivere ansiolitici e psicofarmaci. Inoltre, a completare il team di intervento, c’è il dietologo che prescriverà una dieta appropriata. Il ricovero dura in media 90 giorni ed è diviso in tre fasi: la prima punta a normalizzare il peso e abbandonare i comportamenti di controllo dello stesso; la seconda fase è finalizzata a migliorare l’immagine corporea, la valutazione di se e i rapporti con gli altri; infine la terza fase termina la terapia e previene le ricadute.

ATTENZIONE AL WEB

Su Internet esistono, purtroppo, diversi siti e blog pro anoressia, detti “pro-ana”. Chi visita questi siti si scambia consigli su come perdere peso e seguire diete drastiche, condivide immagini di copri scheletrici. Attenzione a questi siti che propongono un modello da seguire molto pericoloso e sottovalutano i gravi rischi che si corrono quando si vuole continuare a voler perdere peso e non ci si vuole fare aiutare ad uscire dall’anoressia.

ANORESSIA AL CINEMA

Maledimiele, il film diretto da Marco Pozzi e prodotto dalla casa di produzione 3per, ha ricevuto durante la 67° Mostra Internazionale del cinema di Venezia 2010 il premio del Fiuggy Family Festival, il festival dedicato al cinema per famiglie. Un premio che va a una pellicola che tratta una tematica delicata, l’anoressia, uno dei disordini alimentari più gravi e causa di morte tra i giovani. Tra gli interpreti del film GianMarco Tognazzi, Sonia Bergamasco, Isa Barziza, Chiara Iezzi e la protagonista Benedetta Gargari, giovane attrice già vista ne La Finestra di Fronte e Saturno Contro. Il film racconta la storia di Sara, un’adolescente che precipita nella malattia.

ANORESSIA IN LIBRERIA

L'autrice di best seller, L. H. Anderson, già finalista al National Book Award con “Speak”, esplora nel suo ultimo libro “Wintergirls”, la lenta discesa di una ragazza nell'abisso dell'anoressia. Non è facile parlare di questo disturbo ma l'autrice attraverso questo romanzo vuole rompere il tabù raccontando la storia di Lia e Cassie.


L'INTERVISTA ALL'AUTRICE

Come mai ha scelto il titolo “Wintergirls” per il suo libro?

"Wintergirls" è una parola che ho creato per descrivere lo stato d'animo di una persona che lotta con un disturbo alimentare. Le "ragazze d'inverno" sono intrappolate, congelate tra la morte e il non sentirsi pienamente vive. non si permettono di godere la vita. Ogni giorno è un esercizio di autocritica. Con l'aiuto adeguato, è possibile che arrivi il disgelo e torni l'amore nella loro vita, ma il recupero è un percorso lungo e difficile.

Che tipo di storia racconta questo libro?

Questo libro è uno sguardo dentro la testa di un'adolescente anoressica. Piuttosto che concentrarsi solo sul suo aspetto fisico, la storia permette al lettore di comprendere la tristezza e la confusione della protagonista, e di capire che cosa l'ha portata a sviluppare il disturbo alimentare.

Come mai ha scelto di parlare di una tematica così delicata come l'anoressia?

Sono stati i miei lettori a convincermi a scrivere Wintergirls. Ho ricevuto mail e lettere da bambini alle prese con disturbi alimentari, il che mi ha toccato profondamente. Contemporaneamente, molte ragazze e alcuni ragazzi, hanno iniziato a parlarmi di cutting. Non sapevano in quale altro modo affrontare il dolore che li stava travolgendo. Allora un amico medico mi ha chiesto di scrivere di disturbi alimentari perché ne ha incontrati tanti nel suo lavoro. Alcune persone evitano temi delicati e argomenti sensibili. Gli adolescenti hanno bisogno degli adulti per trovare il coraggio di parlare di cose difficili in modo da imparare a compiere scelte sane nelle loro vite.

Che cosa si sente di dire alle persone che soffrono di questo disturbo e alle persone loro vicine?

Provo affetto e compassione per le persone con disturbi alimentari e per le loro famiglie. La cosa più importante è ottenere l'aiuto professionale di un medico o di un consulente specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari. Negli Stati Uniti, i disturbi alimentari hanno il più alto tasso di mortalità rispetto a qualsiasi malattia mentale. Questa è una situazione piuttosto allarmante.

Secondo lei oggi gli adolescenti sono più fragili, quindi soggetti a problemi di questo tipo?

Penso che sia più dura che mai essere adolescente oggi. I genitori trascorrono molto tempo a lavoro e hanno meno tempo per stare con i loro ragazzi. I più giovani sono esposti su Internet a innumerevoli situazioni malate e confuse. Oltre al fatto che l'adolescenza per natura porta la maggior parte dei ragazzi a staccarsi un po' dalle loro famiglie. Tutti noi abbiamo la responsabilità nella nostra vita di rendere più semplice la comunicazione con i ragazzi.

Quando si vive un disagio difficile come questo non bisogna sentirsi soli o vergognarsi. E’ importante aprirsi, confidarsi e affidarsi a persone che hanno la nostra fiducia. Se si trova la forza di guarire, guarire è possibile!


Fonte: Top Girl N.149 NOVEMBRE 2010 Lidia Modena







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