martedì 15 marzo 2011

L'INVIDIA NON E' SOLO FEMMINA


L'INVIDIA NON E' SOLO FEMMINA

L'invidia è un sentimento negativo che divora chi lo sente. Diventa un'ossessione che non lascia vivere sereni. E' anche uno dei sette vizi capitali. Un sentimento davvero cattivo che porta le persone che lo provano a compiere una serie di atti, a volte, anche gravi nei confronti della persona invidiata. Della serie: l'erba del vicino è sempre più verde!

L’invidia è un sentimento antico come il mondo e tipicamente femminile, provato infatti da moltissime donne nei confronti di altre donne: sorelle, sconosciute, persone famose che si trasformano in rivali da neutralizzare. Tutti sono bravi a nasconderla ma pochi ad ammetterla. Può diventare un tarlo che porta astio, rancore, gelosia, rabbia e addirittura odio. Spesso nasce dal pensiero che l'altra persona possa fare ombra ai nostri successi quindi proclamare il nostro fallimento.
 Una sorta di meccanismo di difesa che mettiamo in atto quando ci sentiamo sminuite dal confronto con un'altra persona, sia per quello che è, sia per quello che ha. Svalutando l'altro si pensa di rialzare così la propria autostima ma non funziona in questo modo! Chi soffre d'invidia dovrebbe imparare a capire che il successo, in qualsiasi campo, di un’altra persona non significa un suo insuccesso. Si rischia di finire se no, in un vortice dove ci si pone sempre in termini di paragone con gli altri.

INVIDIA BUONA E CATTIVA

Si possono distinguere due tipi di invidia: “buona” e “cattiva”. L'invidia buona è in un sentimento sempre negativo e lacerante nel vedere qualcuno riuscire dove noi vorremmo, ma senza odio, senza volergli togliere ciò che ha e senza cercare di ostacolarlo. Questo tipo d'invidia può diventare uno stimolo verso l'auto-miglioramento: si cerca di avvicinarsi sempre di più al modello vincente rappresentato dall'altro. L'invidia cattiva è invece fine a se stessa, distruttiva, maligna fino in fondo perché desidera il male, la sfortuna e la definitiva sconfitta dell'odiato rivale. Questo tipo d'invidia porta ad agire in modo da nuocere all'altro, ostacolarlo, screditarlo, insomma gettargli fango addosso.


INVIDIA DELL'AVERE E DELL'ESSERE

Un'altra distinzione è quella fra invidia dell'avere e invidia dell'essere. La prima si concentra sul possesso di cose materiali degli altri come la macchina, i gioielli, il cellulare, ecc. La seconda si concentra sulle qualità, capacità, carattere e personalità che l'altra persona ha e che l'invidiante vorrebbe avere. Si possono così invidiare possessi materiali, bellezza, qualità umane, capacita' intellettive, stile, carriera, studio, famiglia. Insomma tutto ciò che può assumere valore e' potenzialmente fonte d'invidia. Il sentimento però e' tanto più lacerante quanto più l'invidiato e' vicino.


DIFFERENZA FRA INVIDIA E GELOSIA

C'è un sottile filo che divide la gelosia dall'invidia, due sentimenti che possono essere anche confusi! L' invidia e' un sentimento che coinvolge due persone, l' invidiante e l' invidiato, mentre la gelosia ne coinvolge tre: una persona prova gelosia verso un'altra persona con la quale si contende l'affetto o l'interesse di una terza. L'invidia si può sviluppare nei confronti di chiunque perché al centro del suo interesse c'è il proprio io, invece la gelosia si sviluppa più spesso in campo amoroso e anche nell'amicizia ma in modo diverso. Si tratta in ogni caso di sentimenti che possono diventare laceranti e portare a compiere atti anche gravi ai danni dell'invidiato o della persona di cui si è gelosi o terzi.


TEORIA DI FREUD SULL'INVIDIA

Secondo lo psicanalista Freud a provare il sentimento dell'invidia sono soprattutto le donne nei confronti degli uomini. L'invidia sembrerebbe addirittura al centro dello sviluppo della psicologia femminile: quando la bambina si accorge di non avere “lo strumento” invidia il bambino, sentimento che si porterà poi per sempre in modo inconscio. Oggi questa teoria appare superata, accusata anche di essere troppo maschilista. Sicuramente può esserci una certa invidia per le diverse libertà, anche sessuali, di cui ha goduto sempre l'uomo rispetto alla donna ma questo tipo di invidia oggi sta scomparendo, viste le conquiste sociali femminili avvenute nell'ultimo secolo.

INVIDIA NELLE FAVOLE: CENERENTOLA E BIANCANEVE

L'invidia entra anche nelle favole. Tutte conosciamo Cenerentola e Biancaneve. La prima deve fare i conti con sorellastre goffe, brutte e cattive che le fanno ogni sorta di dispetti perché invidiano la sua bellezza e le attenzioni del Principe verso di lei, mentre la dolce Biancaneve è perseguitata dalla crudele matrigna che la invidia per la sua bellezza. Ricordate la famosa frase “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”, non di certo lei. Si parla, per questo, di “Sindrome di Biancaneve”. Il sentimento d'invidia per la bellezza altrui è tipico delle donne, la rivalità per essere la più bella la sentiamo fin da piccole e ce la portiamo sempre, anche se non vogliamo ammetterlo.


INVIDIA DEGLI DEI

L'invidia è collegata agli occhi e alla vista. In latino, infatti, in-videre significa “non poter vedere”, cioè guardare in modo sprezzante. Nell'antica Grecia l'invidia è un sentimento che acceca gli Dei che oltre ad essere invidiosi fra loro lo sono anche degli uomini. Erodoto narra che per questa ragione gli uomini non dovevano ostentare alcun tipo di felicità (amore, salute, fortuna, ecc.) per non scatenare l'ira degli Dei, o meglio, l'invidia! Anche nell'antica Roma gli uomini mantenevano lo stesso atteggiamento, anzi, per scongiurare “attacchi invidiosi”, i Romani inventarono anche i fescennini, canti licenziosi usati per allontanare la cattiva sorte che poteva colpire chi si vantava troppo dei successi ottenuti e non rendeva omaggio/grazie agli dei.


IL MALOCCHIO

Il malocchio è una delle tradizioni e superstizioni popolari più radicate e diffuse in varie culture: si tratta di credere nel potere dello sguardo di persone invidiose di produrre effetti negativi sulla persona osservata. Quindi nuocere attraverso lo sguardo per motivi di gelosia, invidia, odio, rancore. Gli effetti del malocchio consisterebbero in una serie di presunte "disgrazie" che, improvvisamente e in breve tempo, colpirebbero la persona invidiata. Contro il malocchio la cultura popolare usa un portafortuna. In Italia si usa fare le corna con le dita della mano, toccarsi i genitali, toccare un oggetto in ferro, portare addosso un corno o, per i devoti, portare un oggetto benedetto come un santino o una medaglietta.

VITA DA VIP

Nel mondo dello spettacolo l'invidia è all'ordine del giorno e le starlette si feriscono a colpi di lingua biforcuta. Lo sa bene Elisabetta Canalis che è ormai entrata nel club delle invidiate, come dice Afef, soprattutto per la relazione col bel George Clooney. Anche Francesca Neri afferma con amarezza che fra le donne del jet set c'è sempre molta invidia, cosa che accade meno fra gli uomini. Recentemente anche Anna Tatangelo ha dovuto fare i conti con l'invidia: lo dimostra lo scarso successo fra il pubblico durante X-Factor e la tempesta che ha provocato la sua relazione con Gigi D'Alessio. La bella Carla Bruni anche è stata spesso bersaglio di cattiverie: invidiata per la sua bellezza, per aver sposato Sarkozy, per essere stata una modella di successo e per chissà cos'altro ancora. Questi sono solo alcuni dei nomi delle belle e fortunate ma molto invidiate!


INVIDIA AL MASCHILE

Chi ha detto che l'invia è solo femmina? E' un luogo comune. Anche i maschietti peccano d'invidia! Lo dice una ricerca condotta da un team di psicologi e psicanalisti che ha scoperto che sono gli uomini, a soffrire più d'invidia rispetto alle donne, nel 78% dei casi. I maschi sono più bravi a nascondere l'invidia a differenza delle donne che risultano più impulsive... Gli uomini tentano di tagliare fuori colleghi di lavoro lasciandoli all'oscuro di alcune informazioni, non riconoscono un merito alla persona invidiata, gettano discredito sulle sue idee (le donne solo nel 26%) oppure le si attribuiscono cose false. Il 78% arriva ad insinuare che i meriti ottenuti non derivino da capacità ma da favori o raccomandazioni (solo nel 66% dei casi femminili), fino a sottolineare i difetti fisici dei propri rivali in pubblico. Oggetto d'invidia sembrano essere alla fine più le donne che gli uomini (66% contro il 44%). La ragione principale è il fatto che molte donne fanno carriera e si affermano nel mondo del lavoro e questo le rende bersaglio dell'invidia sociale.

«Si odia chi si teme» Quinto Ennio

«L'invidioso è un impotente incapace di rassegnarsi» Roberto Gervaso

«L'invidia è una terribile fonte di infelicità per molte persone» Bertrand Russel

«L'invidioso mi loda senza saperlo» Kahlil Gibran

«Il segno più sicuro che si è nati con grandi qualità è l'essere nati senza invidia» Francois De La Rochefouc

«Ci si vanta spesso delle passioni, anche delle più criminose; ma l'invidia è una passione timida e vergognosa che non si osa mai confessare» Francois De La Rochefouc

«Invidiamo gli altri più per quello che hanno che per quello che sono» Roberto Gervaso


Lidia Modena Top Girl marzo 2011

mercoledì 9 marzo 2011

VINCI L'ANSIA




VINCI L'ANSIA

L'ansia a volte compare senza motivo, si può presentare in qualsiasi momento: alla soglia degli esami, in un luogo affollato o chiuso, per strada, durante una decisione. Si impadronisce di noi e non ci lascia più: entriamo nel panico, non sappiamo come muoverci, ci disperiamo. Niente paura, basta riconoscere e capire le nostre paure per saperle dominare e sconfiggere l’ansia. Leggete per dire basta all’ansia!

La nostra lettrice Chiara ha mandato una e-mail alla redazione di Top raccontando la sua storia. A un certo punto ha cominciato a non sentirsi bene, a essere agitata, soffrire di mal di stomaco e il solo pensiero di andare a scuola le metteva ansia. Come lei molte altre ragazze possono incappare in una situazione del genere. L’ansia è invalidante perché può andare a intaccare le relazioni personali, gli spostamenti e le azioni normali che si fanno ogni giorno, i viaggi, la frequentazione di alcuni luoghi. Tutto ciò può apparentemente sembrare immotivato ma andando a scavare nel profondo possono esserci delle motivazioni. Vediamo insieme che cos’è l’ansia, come si manifesta e perché e le cure per sconfiggerla!

Che cos’è l’ansia? Spesso si indica l’ansia anche con angoscia o paura. Angoscia e paura possiamo considerarli sinonimi mentre la paura è qualcosa di diverso che comunque concorre al senso di ansia. Infatti quando si ha paura si hanno palpitazioni, sudori o brividi, tensione muscolare. La fobia è una forma d’ansia molto simile alla paura ma che diventa smisurata come ad es. la fobia per i topi o gli ascensori. L’ansia è invece una paura che non ha oggetto nel senso che è una paura che non si concentra su qualcosa di preciso ma che dà il senso che non ci siano vie d’uscita. L’ansia esiste a livello normale in tutte le persone, diventa pericolosa se è incontrollata o esagerata.

Come si manifesta l’ansia? Se capiamo come si manifesta l’ansia possiamo anche cercare di controllarla e chiederci se sia normale o no. L’ansia non risparmia nessuna parte del corpo: organi interni, pelle, capelli, muscoli, ecc. La manifestazione più acuta di uno stato d’ansia è l’attacco di panico che secondo statistiche almeno una persona su dieci lo ha provato o lo avrà nel corso della sua vita. I sintomi più comuni di uno stato d’ansia sono i seguenti:

  • Dolori alla zona addominale

  • Difficoltà digestive

  • Ronzio alle orecchie

  • Prurito, eczema della pelle

  • Caduta di capelli

  • Dissenteria

  • Tremori

  • Sudorazione o mani bagnate

  • Bocca secca

  • Difficoltà a deglutire

  • Palpitazioni

  • Irritabilità

  • Impulsività

  • Senso di oppressione

  • Pensieri ossessivi

  • Insonnia

  • Difficoltà di concentrazione

  • Sensazione di vertigine

Ci sono vari modi di essere ansiosi: evitare, inibire, controllare ed essere iperattivi. Nel primo caso si attuano strategie per sottrarsi a una situazione che crea ansia ad es. evitare i viaggi in aereo. Nel secondo ci si sente bloccati e incapaci di svolgere determinate azioni come parlare in pubblico. Nel terzo si attuano azioni ripetute che calmano momentaneamente l’ansia come controllare che la porta sia ben chiusa o il gas spento. Nell’ultimo caso l’attivismo viene visto coma una valvola di sfogo per l’ansia. Questi atteggiamenti se esasperati possono andare a compromettere il rapporto con le persone vicine.

Quali sono le cause dell’ansia? L’ansia sembra essere spesso immotivata ma molte volte arriva in situazioni particolari e non è dovuta al caso. Ci sono due tipi di stress che concorrono all’insorgere dell’ansia: quello connesso ad avvenimenti della vita o la ripetizione di stress quotidiani.

Quali sono le malattie dell’ansia? L’ansia può scatenare tutta una serie di disturbi che possono diventare vere e proprie malattie se non curati. Ad esempio si può diventare ossessivi per quanto riguarda la pulizia, l’ordine, l’avere sotto controllo tutto, ripetere spesso le stesse cose per verifica, contare le cose, insomma fissazioni che entrano nella mente in modo prepotente e rendono schiavi di doverle eseguire. Ci sono poi le fobie che rappresentano le paure, più o meno fondate, di oggetti o situazioni. Ci sono le fobie degli animali, dei luoghi, anche quelle sociali come parlare in pubblico o mangiare davanti a un’altra persona. Ce ne sono tantissime e alcune anche stranissime. L’attacco di panico risulta essere una delle esperienze più negative scatenate dall’ansia che una persona possa provare. E’ un evento improvviso, dominato da una sensazione di terrore, battito di denti, pallore, sudorazione intensa, palpitazioni elevate, tremori forti, nausea o vertigine, sensazione di non riuscire a respirare, si pensa di stare per morire.

Come si cura l’ansia? Ci possono essere due vie per ovviare ai disturbi legati all’ansia: i farmaci o lo psicologo. Prima di tutto noi possiamo essere medico di noi stesse perché quando qualcosa non va i campanelli d’allarme ci sono ed è bene ascoltarli. Se capiamo che qualcosa non va come inizio è bene rivolgersi al medico di base che saprà indicarci la figura migliore per aiutarci. I farmaci più utilizzati per calmare i sintomi d’ansia sono gli antidepressivi e i tranquillanti che lottano contro le manifestazioni ansiose. Bisogna tenere conto però che possono esserci degli effetti collaterali e anche un rischio di dipendenza da questi farmaci. L’altra via riguarda la psicoterapia che è un trattamento che si basa su procedimenti psicologici. La più comune è la psicanalisi.

Non abbiate paura di essere considerate come “malate”, se vedete che qualcosa non va, che non siete più serene come prima, che alcune situazioni vi creano dei disagi, non aspettate ma chiedete consiglio o aiuto a persone fidate. Abbiate fiducia in voi stesse, nei vostri famigliari, nei medici e psicologi e troverete la via d’uscita!


Lidia Modena, Top Girl febbraio 2011