Studio Scienze della Comunicazione e come tutti gli studenti di questa facoltà, mi tocca saltuariamente sciropparmi commenti e luoghi comuni del tipo -Ma poi cosa farai?-, -Potevi far una facoltà più impegnativa-, -C'è troppa gente che fa questi studi-, -E' una facoltà per chi non ha voglia di far nulla-....
I pregiudizi e i luoghi comuni si sprecano, logicamente come accade sempre per chi sentenzia su cosa non conosce...
Il ruolo del comunicatore è fondamentale, la comunicazione è la base di ogni cosa e se fallisce questa è la fine. Il mondo dei media e della comunicazione è pieno di sciacalli, rivalità, spezzamento di gambe, sgambetti,... Non è un mondo facile, ma quale mondo è facile oggi? Dobbiamo sorbirci quello che c'è e far buon viso a cattivo gioco. Non so se vorrò fare la giornalista ma un mio obiettivo è prendere il tesserino da pubblicista. E' un'ardua avventura. Ho dovuto inviare non so quanti cv, mobilitarmi, cercare contatti, occasioni, rispondere ad annunci, per trovare uno straccio di collaborazione pagato il minimo. La retribuzione minima che bisogna avere annua (per due anni) si aggira sui 650 euro lordi. Dopo si può presentare la domanda per il tesserino. Tutti fanno a gara al maggiore sfruttamento dietro le scuse dell'insegnamento del mestiere e della crisi.
Come può un giovane talentuoso, motivato, capace, volenteroso, poter spiccare il volo se gli tarpano le ali dall'inizio? Io ho avuto ancora la fortuna di trovare alcune collaborazioni ma non è per nulla semplice.
Una cosa che però devo riconoscere è la tecnologia a nostro favore. Nei tanti ostacoli che ci sono in questa corsa, alcuni sono più bassi. Una volta per fare un' ntervista bisognava aver un contatto diretto personale, non si poteva farla registrando per telefono o per fax o per e-mail. Si è tutto rivoluzionato, tecnologizzato, velocizzato e "accorciato". Ora basta digitare poche parole su web e si trova tutto, prima bisognava immergersi nelle biblioteche, telefonare, presentarsi. I pezzi si battevano a macchina e guai agli errori. Si usava la posta. Insomma era tutto un altro mondo, era difficile fare il giornalista. Oggi chiunque, paradossalmente potrebbe farlo. E' così semplice, si scrive con programmi editor che correggono e salvano in tempo reale, si manda tutto in tempo reale, si comunica in tempo reale, si trova tutto e subito senza muoversi. Mi chiedo quindi cosa oggi faccia la differenza tra un giornalista e un vero giornalista.
Ma chi è il giornalista? Poco tempo fa mi sono imbattuta in un articolo de La Stampa su Indro Montanelli: si trattava della sua ultima lezione tenuta a Torino al corso di Linguaggio Giornalistico. Per lui il vero giornalista è chi scrive con passione e non cerca lo scoop: quelli sono soltanto somari travestiti da giornalisti. Il giornalista ha un compito molto importante e potente. Quarto potere l'avete visto? Il quarto potere è la stampa: il mondo in un pugno di parole...
Onde perderci in meandri filosofici e retorici non mi dilungo su questa domanda... Piccoli giornalisti (?) crescono e ci provano. Io mi butto, speriamo di atterrare su un materasso non troppo sgangherato.
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