lunedì 30 agosto 2010

RECENSIONE "VIKY, CRISTINA, BARCELONA"


VIKY, CRISTINA, BARCELONA


Vicky e Cristina: due amiche come il giorno e la notte. L'una posata e perfetta fidanzatina, prossima al matrimonio, l'altra esuberante e spirito libero alla continua ricerca dell'amore conturbante. Partono per una vacanza estiva alla volta della splendida Barcellona. Una sera, a cena in un ristorante, catturano l'attenzione dell'affascinante pittore Juan Antonio che propone loro, sfacciatamente, un romantico week-end di sesso e arte a Oviedo. Vicky declina l'invito, ma dopo il sì entusiasta di Cristina, si vede costretta a partire. I ruoli si ribalteranno e l'algida Vicky si scioglierà davanti alle lusinghe di Juan, mentre la caliente Cristina rimarrà per una serie di circostanze “al suo posto”. Farà brusca apparizione l'ex moglie Maria Elena: artista borderline gelosissima. Si creerà così il menage a troi Maria, Cristina, Juan tutto sesso e creatività che troverà un equilibrio instabile grazie a Cristina: l'elemento che mancava per rendere perfetto(?) l'amore fra la nevrotica artista e l'ammaliante pittore. L'apparenza spesso inganna, l'emotività umana è fragile, ciò che sembra saldo è in realtà sempre in “bilico di metamorfosi”. Ogni nodo si scioglierà dopo una buona dose di rocambolesche vicende. Passione, gelosia, rivalità: emozioni che si intrecciano senza sosta su scenari sempre diversi. Una vicenda “corale” in cui ogni personaggio svolge un ruolo fondamentale ai fini del quadro che Allen dipinge sull'amore.


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