Mettendo in ordine camera mia ho ritrovato un libro che ormai ero rassegnata ad aver perso: "Manuale di scrittura creativa". Felicissima ho cominciato a leggerlo. Propone anche esercizi da svolgere.
Ecco il primo:
Scrivete una cartella sulla vostra motivazione a esercitarvi nella narrazione. Spiegate a voi stessi perché desiderate raccontare qualcosa a qualcuno. Perchè non l'avete fatto fino ad oggi, e se l'avete fatto, cosa ancora non vi convince e vi mette in difficoltà.
Ecco quello che è uscito fuori:
Ho sempre avuto una predisposizione alla comunicazione, in
qualsiasi forma. A scuola i temi mi uscivano dalla penna come i respiri che
ogni giorno faccio per vivere: naturali. La lingua, la scrittura, le parole, mi
hanno sempre affascinato e continuano a farlo. Ognuno di noi ha una vocazione,
piccola o grande, la mia penso che sia quella di scrivere.
Sono giornalista
quindi abituata a stilare testi anche in tempi brevi e nelle più disparate
situazioni. Scrivere articoli, comunicati stampa, recensioni, ecc. è già un
buon allenamento ma non bisogna stare sugli allori. All’università prendevo
appunti, poi a casa, in vista degli esami, facevo riassunti. Insomma sono
sempre rimasta in “allenamento” non soltanto con la scrittura ma anche con la
lettura, elemento necessario per coltivare e alimentare la “mano”. Curo anche
un blog, insomma più o meno, mi dimentico sempre di aggiornarlo e quando lo
faccio magari pubblico tre post di fila.
Non è facile dire perché vorrei
raccontare qualcosa a qualcuno. Dipende che cosa. Gli articoli contengono
sempre informazioni, suggerimenti, insomma elementi che possono essere utili o
interessanti per chi legge. Racconti e romanzi sono un’altra storia. Attraverso
essi parli non soltanto agli occhi di chi legge ma soprattutto al cuore, alla
mente, susciti emozioni.
La cosa che più mi piace della scrittura è che rimane.
Un domani che avrò terminato il mio passaggio qui, sapere che qualcosa di me
rimarrà nonostante la mia assenza, è la risposta. Le mie parole, i miei
pensieri, le mie emozioni rimarranno impresse ed indelebili, potranno
attraversare il tempo e lo spazio, passando di mano in mano e di luogo in
luogo: magari! Una testimonianza importante. Questo voglio: esserci sempre,
anche dopo.
Sento che devo sbocciare, non so come e quando ma sento che lo
farò. Devo trovare solo il modo. E’ come avere tutti gli ingredienti per fare i
biscotti ma non sai che ricetta seguire e una volta che la scegli devi cominciare
ad impastare e inizi ad ottenere un impasto sbricioloso che a stento riesci ad
amalgamare. Ma dopo tanta fatica fa capolino una sostanza più definita,
lineare, unita: sta prendendo corpo la tua strada. Io penso di avere gli
strumenti ma non so come usarli, o almeno, non ho ancora avuto l’occasione di
usarli veramente, restano in attesa del giusto momento. Penso che saprò quando
arriverà e non mi porrò nemmeno troppe domande, seguirò il mio istinto e andrò
avanti decisa, consapevole.
Scrivere non è così facile. Uno può avere il
talento ma senza un minimo di studio non vai da nessuna parte. Bisogna
affinare, approfondire, elevare, migliorare, imparare, sbagliare. Il foglio
bianco, vuoto, fisso, fa paura a tutti. Un primo momento di silenzio in cui non
appena scatta la scintilla c’è il via libera e le parole cominciano a scivolare
una dietro l’altra componendo lo scritto.
Vorrei scrivere un romanzo, un
racconto, ma da dove inizio? Come tirare fuori un’idea originale, un qualcosa
che non sia già visto e usurato, che interessi veramente i lettori e catturi la
loro attenzione? Le possibilità di racconto sono infinite e farle incastrare
per bene non è per niente facile, uno rischia di perdersi. Ho sempre pensato
allo scrivere un romanzo come a un progetto architettonico: una struttura
complicata in cui tutto è perfettamente al proprio posto in armonia col resto.
Riuscirò
mai nell’impresa…? Alla prossima puntata.